Da bambina aspettavo l’arrivo della Befana con ansia. Avevo ricevuto i regali di natale e sapevo che questa vecchia signora è povera, porta solo dolciumi e qualche soldino.
Abituata ai piccoli gesti, mi piaceva vedere le quattro calze con i nostri nomi cuciti, appese sul camino, vuote e pronte, che lasciavano in casa per un altro giorno la magia del natale.
Sapevo che la befana avrebbe portato via tutte le feste, sapevo che avrei trovato dolci, non giochi ma c’era tanta bellezza.
Il primo di noi che si svegliava correva in cucina e buttava sul tavolo, di fretta, tutto quello che c’era nella sua calza. Poi aspettava curioso di sapere che cosa trovavano gli altri.
Da bambini appendevano al camino o su una sedia le calze di mio padre, poi un suo amico ci aveva regalato quattro mega calze della befana con cucito il nostro nome. Non eravamo poi così piccoli, o meglio non lo eravamo io e mio fratello più grande, e oltre a cioccolati e dolci vari aspettavamo qualche moneta. Il pensiero del giorno era: che cosa avrei comprato con quelle duemila lire? E se fossero state cinquemila?
Era bello, davvero.
Era bello anche quando mia sorella e mio fratello sono diventati più grandi, i tempi sono cambiati e le calze della befana contenevano più ricchezze: per il più piccolo di casa un cd o un gadget del Milan, per noi più grandi dei collant sfiziosi o qualcosa di desiderato.
La calza della befana era un tocco in più, ricevere un piccolo gesto che sapeva di attenzione. Ho appeso quella calza bordeaux fino a quando sono rimasta in famiglia, fino a 30 anni. Con il mio nome scucito e una calza ormai rovinata, piena di fili e piccoli buchi, il 6 gennaio era il momento della dolcezza.
Ora che sono mamma mi piacerebbe trasmettere la stessa magia a Davide e Francesco, far attendere l’arrivo della befana come una giornata in cui non ci sono regole, possiamo mangiare tante caramelle, ricevere un giochino e ricordare quanto è bello apprezzare le piccole cose.
Il materialismo che c’è oggi non aiuta e da genitore ho il compito di educare i bambini all’umiltà; ci provo ogni giorno, delle volte non riesco, tante altre mi pento di essere stata troppo elastica solo per il piacere di far felice Francesco. So per certo, però, che ai bambini farò vivere l’epifania tra gesti semplici e calze ricche di dolciumi. Perché una calza della befana senza dolci non rappresenta questa festa.
Ecco perché anche quest’anno ho in casa le calze della befana Dolci Preziosi. Ci arrivano puntuali con un corriere che aspettiamo in allegria, pronti a far rotolare a terra chupa chups, caramelle morbide e una piccola sorpresa a tema, con cui giocare o da conservare. Appendiamo la calza della befana Dolci Preziosi all’albero di natale, la vediamo illuminarsi a intermittenza. Sappiamo che è un piccolo grande regalo che contiene attenzione, dolcezza e la vera magia di questa festa. E ci piace, ci strapiace proprio per quello che racconta.
Auguro che sia per tutti un’epifania così, senza materialismo e mega regali di cui si perde il fascino. Ricca di gesti golosi e amore.
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