Sono una mamma lavoratrice e ogni giorno cerco di far coincidere orari, impegni, scadenze.
Riesco a leggere diversi libri al mese ma mi sembra sempre troppo poco, esco con la famiglia e se capita anche con le amiche. Lavoro tanto in maniera disorganizzata e per ora mi accontento di quello che riesco a fare. Non mi sembra mai abbastanza, vorrei essere più concentrata, più attenta ai clienti, più precisa con le consegne.
Vorrei guardare un film dopo cena per spegnere la mente ma in casa non c’è mai silenzio.
Vorrei essere capace di separare il lavoro dalla vita privata ma cerco ancora di capire qual è il segreto per farcela per una mamma freelance che lavora da casa.
Vado a mille anche se non dovrei, riposo ogni giorno troppo poco rispetto a quanto chiede il mio fisico e il sonno da quando sono mamma è la cosa che mi manca di più della mia vecchia vita.
vita da neomamma
Non sono mai stata un’amante di creme e unguenti vari ma con l’età (ebbene sì) e da quando sono diventata mamma ho dovuto cambiare idea. Ho capito subito che le pomate per bambini sono fondamentali per la cura quotidiana, sia quando i piccoli sono ancora neonati sia durante la crescita.
Oggi che sono mamma bis ricordo i primi tempi della nascita di Francesco, quasi quattro anni fa. Ho comprato pomate per ogni esigenza, creme e cremine da tenere per il viaggio, per l’uscita in campagna o per andare al supermercato (non sia mai che succeda qualcosa). Non sono ansiosa di natura ma volevo tenere tutto sotto controllo, sapere di avere il kit di sopravvivenza pronto in caso di necessità.
Per la nascita di Davide sono stata più “brava” e grazie all’esperienza sapevo già che cosa mi serviva, quale crema dovevo evitare e perché.
Oggi nella giornata dell’amore, ho voglia di ricordare la prima volta che una mamma sente il cuore di suo figlio. Quel cuore che batte all’impazzata, che si sente da un apparecchio incomprensibile, guardato con occhi confusi ed eccitati insieme. Il cuore di tuo figlio, che da mamma senti la prima volta, ti fa dimenticare ogni paura, qualsiasi ansia accumulata nei giorni prima del controllo.
Non è semplice rispondere a questa domanda ma la mia natura ottimista, ti direbbe che sì, si può lavorare in gravidanza. Lo si fa in maniera diversa, più lenta e con accortezza, senza strapazzare mente e corpo, ma lo si fa.
Non temo di scriverlo ma sono contraria a chi in gravidanza si sente “malata” come se avesse un deficit o un problema per fare tutto, chi ha bisogno di sua madre per cucinare o si trasferisce addirittura dai genitori perché non si sente di fare nulla.
Sono in vacanza e trascorro ogni momento della giornata a raccogliere pipì. Da tre giorni abbiamo deciso di togliere il pannolino a Francesco e di intraprendere questo nuovo percorso di crescita familiare. Mi sento provata e stanca, ma felice. Felice di conoscere meglio mio figlio, di ascoltare di più il suo cuore e le sue esigenze, di renderlo ancora più vicino a me.
Sono giorni intensi e molto emotivi, che mettono a dura prova le mie certezze di mamma, ma ne uscirò vincente perché insieme a Francesco troveremo un modo per farcela.
Sono sparita per un po’ ma non ho mai perso la voglia di scrivere. Per fortuna non conosco il panico da foglio bianco, nè passano giornate senza parole. Ho appuntato tanti post sulla mia vita da mamma, scritto diverse bozze (una anche il giorno del mio compleanno), ma poi sono rimaste nel cassetto.