Della Sardegna e dei giorni al mare in gravidanza all’8 mese ricorderò la frase rito di Francesco:
Ehi, bambino, giochiamo insieme?
La sua voglia di stare negli ombrelloni degli altri a condividere giochi e divertimenti. Il suo desiderio matto di fare ogni giorno qualcosa di diverso, di non annoiarsi mai. In quei giorni al mare, io col pancione seduta a osservarlo, Francesco è cresciuto molto ed è anche per questo che mi piace fargli fare cose diverse, portarlo con noi in ogni luogo in cui andiamo.
Ha imparato a fare la doccia come i grandi e non piange se gli arriva acqua negli occhi, ha imparato a stare in riva senza aver paura. Ha disubbidito come sempre e non sono mancati i rimproveri ma ha capito dov’era l’errore. Resta sempre possessivo con i suoi giochi e vorrebbe quello che vede agli altri bimbi, ma sembra solo un capriccio perché dopo poco si dimentica.
È convinto di aver imparato a nuotare perché è riuscito a muovere i piedi in acqua mentre lo tenevamo a galla. Gliel’ho fatto credere perché per due volte è venuto a dirmi sottovoce che lui non riusciva a nuotare ed era triste. Vederlo scoraggiato, ricevere questa confessione senza farsi sentire dal padre che era vicino ad altri bambini più grandi, mi ha fatto pensare che voleva conforto e incoraggiamento. Gliel’ho dato a mio modo, forse illudendolo, ma i suoi occhi sorridenti, mentre sguazzava in acqua e diceva che nuotava, cancellano i piccoli rimorsi che ho per la bugia detta.
Mi interessa che sia cresciuto, che entri in acqua senza troppa paura, che sia salito su un gommone con una bambina appena conosciuta. Che abbia vissuto questi giorni di vacanza al mare in Sardegna con un’intensità che ci ha tutti rigenerato. Perché il mare in gravidanza all’8 mese mi ha cambiata. Mi sono sentita così bene e piena di forze come mai in tutta la gravidanza. E non so se il merito è del mare, della serenità per lo stare in Sardegna o solo una fortuna fisica capitata tra la fine del settimo mese e l’ottavo mese di gravidanza.
So solo che è bello.
È bello avere la forza di camminare e di uscire per una passeggiata sul lungomare.
È bello scendere in spiaggia e restare al sole, sedersi in riva al mare col pancione, sola con i miei pensieri, tornare a casa all’ora che voglio per cucinare.
È bello ricevere nuove richieste di lavoro e iniziare una collaborazione mentre sono in vacanza in Sardegna, sempre con il pc pronto per essere acceso ma comunque serena perché lavorare al mare non mi porta stanchezza, addirittura mi piace.
Mi piace questa idea di estate, vivere le giornate in modo sempre diverso e pieno. Mi piace il mare anche se c’è maestrale. Leggere in spiaggia pur avendo un bambino di tre anni da controllare. Chiacchierare con chi viene a trovarci, giocare con Francesco che ne combina sempre una.
Organizzare il ritorno a casa a Tempio e pensare a una tappa di più giorni al mare è stata la scelta migliore che potessi fare per la mia serenità e per la famiglia. E ora andarmene mi sembra ingiusto, quasi che la mia vita dovesse continuare così per sempre.
Non mi servirebbe altro. Niente centri commerciali la domenica o uscire per ammazzare il tempo. Niente acquisti compulsivi o liste di cose da fare. Andrebbe bene così, trascorrere un’estate al mare a rigenerarsi sarebbe la terapia per ogni solitudine o senso di vuoto.
Ho goduto fino all’ultimo respiro questo periodo in Sardegna e mi consolo pensando al regalo che ho fatto al bimbo che porto dentro. Quando sarà grande gli racconterò della sua prima estate al mare all’Isola Rossa, a Tempio e a Porto Cervo. E gli confiderò un segreto per fargli sapere di un ricordo speciale che spero gli regalerà il dono della vita.
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