il mio secondo parto naturale
Primi passi

Il mio secondo parto naturale: veloce, intenso e consapevole

Nessun parto è facile, non lo è stato nemmeno il mio, anche se è stato bello, molto bello. Nel mio secondo parto naturale ero lucida e consapevole, sapevo che era arrivato il momento e mi sentivo pronta per affrontare il momento.

Ho sofferto per le contrazioni e quando arrivavano pensavo di non farcela. Non le ricordavo così forti, mi hanno schiacciata. Poi ho capito che dovevo annientarle con il respiro e potevo farcela solo se mi concentravo.  Mi sono sentita persa in quella stanza da sola, senza un’ostetrica che mi assisteva, con nessuno che credeva che stavo per partorire il secondo figlio.

Ho riunito tutta la forza che avevo e quando finiva la contrazione usavo il telefono per ricevere conforto. L’ho preso in mano per chiedere a mia madre di portarmi la camicia da notte e le pantofole, perché volevo strapparmi i vestiti di dosso ed essere comoda. Non volevo quei sandali con le pietre che mi graffiavano i piedi quando controllavo il dolore, volevo la camicia per il parto perché sentivo la testa di Davide e trattenevo. Trattenevo perché avevo paura uscisse fuori ed ero lì sola, senza i vestiti adatti, senza Giuseppe che nel frattempo faceva il foglio per il ricovero.

Durante questo mio secondo parto naturale ero così lucida tanto da essere arrabbiata nera, perché ero sola e me la dovevo sbrigare senza altri fiati intorno. Ero arrabbiata perché stava succedendo tutto troppo in fretta. Ché so di aver sofferto poco, so che affrontare travaglio e parto di mezzora è il sogno di ogni donna incinta, ma quegli attimi così intensi non potrò mai dimenticarli. Sono stati intensi, dolori e bellissimi. Ho capito come dovevo spingere ascoltando il mio corpo e sono riuscita a fare il travaglio in piedi come avevo promesso.

Stare in piedi durante le contrazioni aiuta a soffrire meno. Durante il travaglio per la nascita di Francesco da coricata avevo sentito un dolore indescrivibile ai reni quindi questa volta – anche dopo aver ascoltato i consigli al corso pre-parto – non avrei permesso al dolore di schiacciarmi.  Non gli avrei permesso di vincere.

Restare in piedi è stato difficile. Le gambe ti cedono e vorresti lasciarti andare. Vorresti anche urlare e stritolare qualsiasi cosa ti capiti vicino. Io non avevo nulla da stringere e ho usato la sbarra del letto per farmi forza.

Vedevo le persone che passavano in corridoio, indifferenti e forse inconsapevoli che stavo per partorire. Nessuno è venuto a chiedermi se avevo bisogno di qualcosa. Non ho chiesto aiuto né urlato il mio dolore. Ho respirato più che potevo senza lacrime, senza certezze.
Per questo secondo parto naturale ho gridato in silenzio la mia rabbia per una gravidanza difficile, per una fatica che volevo finisse. E ho risposto all’ostetrica che di stare coricata sotto tracciato non ci pensavo proprio.
Lei non aveva capito che stava per nascere Davide, mi guardava con i suoi occhi sereni ed esperti. Ogni tanto un “brava”, era incredula che fosse tutto così veloce. Chiamava a voce alta pediatra e ginecologo, chiedeva che qualcuno fosse pronto ad aiutarla in sala parto e intimava per far arrivare Giuseppe, che ho visto arrivare di corsa.
Potevo spingere anche mentre ero in sala travaglio ma ho trattenuto Davide con me, perché volevo che lo vedesse suo padre. Ho spinto e capito, spinto e sentito che voleva uscire. Ho spinto e avvertito dentro di me una lacerazione, un’apertura alla vita.
Ho visto i sorrisi di tutti, l’emozione di Giuseppe, il pianto del mio bambino.
Non ho versato una lacrima per questo secondo parto naturale così veloce, al contrario di tre anni fa per Francesco. Non sono riuscita a piangere perché ero concentrata e arrabbiata e ho dimostrato a me stessa che gli anni non mi hanno cambiata. Sono sempre la solita cocciuta pronta a vivere le emozioni solo dentro di me.

Ho lasciato ogni lacrima nascosta nel cuore e a Davide ho dato solo carezze, sguardi e qualche sorriso affaticato. L’ho stretto intorno a me, l’ho sentito piccolo piccolissimo, diverso da Francesco. Più delicato nel suo primo pianto, meno curioso di conoscere il mondo.

il mio secondo parto naturale

È stato un secondo parto naturale bellissimo, senza un punto a debilitarmi. Mi sono sentita più ricca e completa come mai in 35 anni di vita. Subito dopo la nascita di Davide ho trascorso più di mezzora con un ginecologo che non avevo mai visto prima e abbiamo parlato del mio lavoro. Ho usato il suo telefono per controllare il suo sito web, gli ho consigliato key di posizionamento. Gli ho parlato dell’importanza di un about page curata mentre avevo la mente a metà, un po’ svuotata per l’energia sprecata poco prima, un po’ carica di adrenalina e pronta ancora a essere la solita me. Mi sono sentita in un film per la scena surreale con il ginecologo ma anche perché tutta questa lucidità non credevo di mantenerla fino in fondo.

Ho scritto tanti messaggi per annunciare la nascita di Davide, pensato molto alla mia famiglia assente fisicamente. E ho pensato quasi sempre a Francesco che non era con me. Mi è mancato come mai prima di quel momento, anche se è stato sempre vicino, dentro al cuore.
Ho aspettato con ansia un abbraccio, una stretta di mano o anche solo una carezza e come per il primo parto le ore in sala riposo sono state le più lunghe e noiose di tutta la giornata.

Ho sofferto come ogni donna che sta per partorire ma ho anche gioito, affrontato l’esperienza più bella della mia vita e aperto il cuore a un bambino pronto a nascere.
Ho guardato su in alto nel cielo immaginando zero nuvole grigie.
Ho guardato su in alto e cercato il Davide che da anni vive in paradiso. Gli ho parlato in silenzio per chiedergli di essere l’angelo custode del mio bambino che si chiama come lui.

Quando sono uscita dalla sala riposo ad aspettarmi c’era il mio Fra con un palloncino e un peluche. Era smarrito e curioso, attento a ogni dettaglio. Voleva stringermi e stare sulla sedia a rotelle con me. Quel momento mi ha ricaricata di nuova forza e mi ha ricordato che questa nuova vita a 4 sarà bellissima, impegnativa e così intensa da rendermi felice come mai avrei potuto credere.

Questo il mio secondo parto naturale, veloce e intenso. Un po’ arrabbiato e lucido. Consapevole ed emozionante. È il parto più bello che potessi desiderare, che vale la pena di vivere mille volte solo per quello che ti lascia dentro.
Auguro un parto simile a ogni donna.

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