Sono una mamma lavoratrice e ogni giorno cerco di far coincidere orari, impegni, scadenze.
Riesco a leggere diversi libri al mese ma mi sembra sempre troppo poco, esco con la famiglia e se capita anche con le amiche. Lavoro tanto in maniera disorganizzata e per ora mi accontento di quello che riesco a fare. Non mi sembra mai abbastanza, vorrei essere più concentrata, più attenta ai clienti, più precisa con le consegne.
Vorrei guardare un film dopo cena per spegnere la mente ma in casa non c’è mai silenzio.
Vorrei essere capace di separare il lavoro dalla vita privata ma cerco ancora di capire qual è il segreto per farcela per una mamma freelance che lavora da casa.
Vado a mille anche se non dovrei, riposo ogni giorno troppo poco rispetto a quanto chiede il mio fisico e il sonno da quando sono mamma è la cosa che mi manca di più della mia vecchia vita.
Vita da mamma
Di nonna bisaia ho un bellissimo ricordo. Abitavamo sopra la sua casa e con mio fratello passavamo ogni giorno a salutarla. Era una bisnonna buona nonna Maria, con quel suo sorriso senza denti che parlava senza dire e una faccia tonda pronta a guardarti nell’anima.
Era la nonna di mio padre ma per noi bambini era nonna bisaia, come si dice in Gallura. Credeva che fossimo maleducati perché cantavamo “Cacao meravigliao” e ci sgridava pensando che dicessimo le parole brutte.
Noi ridevamo e anche se glielo dicevamo più volte che era una canzone, lei non capiva e si arrabbiava ancora. Il nostro divertimento era girarle attorno, cantare e zampettare una canzone allegra che per lei era un’oscenità.
Una mamma ha bisogno di tempo per non dimenticarsi di essere anche donna, rendere le sue giornate stropicciate più leggere.
Per ascoltare il suo corpo lasciare andare alle emozioni, per uscire da sola se ha voglia di farlo e ritagliarsi degli spazi senza figli. È necessario come l’aria, aiuta a costruire un quotidiano più sereno tra equilibri di famiglia, instabilità del post parto e tante cose da fare durante la giornata.
Francesco ama fare la spesa con il papà. Ora che ha tre anni e mezzo non è più una mission impossible, ma ammetto che quando era più piccolo ci sono stati dei giorni in cui avrei lasciato le buste al supermercato per tirare di peso Fra e portalo a casa.
La sua voglia di correre in ogni reparto, usare il carrello come se fossimo all’autoscontro, non stare vicino a noi che dovevamo scegliere cosa comprare. Insomma, fare la spesa insieme non era facile ma l’abbiamo sempre portato.
Sono convinta che i problemi vadano affrontati in ogni caso ed evitare di fare la spesa con bambini non è di certo la soluzione giusta per fargli capire che cosa si può fare e cosa no. Certo, si deve scendere a compromessi, utilizzare dei trucchi per distrarlo o per evitare confusione ma si può fare benissimo. I bambini hanno bisogno anche di fare cose nuove, di condividere con i loro genitori attività che li responsabilizzino già da piccoli. Noi ce l’abbiamo fatta e ora Francesco va a fare la spesa addirittura da solo con il padre senza che al papà gli vengano i capelli bianchi per quello che combina.
Da quando sono diventata mamma di due figli la mia vita è cambiata in diverse cose. Davide non ha stravolto la nostra routine come pensavo ma ci sono dei giorni impegnativi in cui vorrei tanto sapere qual è la soluzione migliore per gestire due figli senza farti prendere dallo sconforto.
Nei giorni no mi domando se l’impegno più grande è allattare Davide anche ogni due ore oppure contrastare le prese di posizione di Francesco.
In questi due mesi da mamma di due figli, purtroppo i capricci di Francesco sono aumentati. Non so se il suo comportamento è dato dall’arrivo di Davide ma poco importa, perché non sono disposta a cedere ai suoi capricci. Lo bacio e lo coccolo in continuazione, lo perdono per le sue marachelle da bambino. Lo ascolto e cerco di dargli più attenzioni possibile, in linea con il mio essere mamma lavoratrice che lavora da casa e vive le sue giornate a mille sempre.
Fra poco arriva il mio secondo figlio, anche lui maschietto, ma non mi sento una mamma di maschi. Sono una mamma che desiderava tanto una femminuccia e non se ne vergogna di ammetterlo. Che ancora oggi entra nei negozi e guarda vestiti per bambine ma senza amare il celeste e il rosa. Ho sempre preferito i colori, tutti i colori, soprattutto quelli che non si usano di solito per i bimbi.
Un po’ fuori dalle righe in tanti contesti, amo i miei figli a prescindere dal sesso, vedo i maschietti non in base a uno stereotipo ma per quello che sono dalla nascita, per il loro carattere. Francesco coccolone e bacione a ogni secondo, monello da impegnarti 12 ore no stop, furbo, creativo, osservatore e curioso. Non so come sarà il carattere del secondo bambino che arriverà a settembre ma so che a prescindere dal fatto che non sia la femminuccia che desideravo, sarà riempito di tanto amore.